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Wiener Werkstätte silver basket by Joseff Hoffman. 1905.
Il movimento Art & Crafts nasceva in Inghilterra nella seconda metà dell'800 come reazione alla crescente industrializzazione. Un tentativo di ri-affermazione dell'artigianato come risposta alla freddezza dell'industria.
Gli artisti che aderirono a questo movimento produssero tappeti, tessuti, mobili, metalli, con una filosofia anti-industriale, e con una forte componente collaborativa; tuttavia Art & Crafts porrà le basi dei principi del design moderno, attraverso una produzione eclettica, ariosa, molto più moderna dell'industria del tempo; Il movimento Art & Crafts getterà anche le basi della Wiener Werkstätte che, agli inizi del 900 a Vienna, rappresenterà il primo vero movimento di design della storia contemporanea.
Tutto questo cosa c'entra con l'Intelligenza Artificiale Generativa?
Oggi Gen AI, istruita con Prompt accurati e arricchita con referenze adeguate, può creare mondi neppure immaginabili solo qualche anno fa. Si può parlare di produzione artistica quando una macchina riceve istruzioni precise, ma genera output -ancora oggi- spesso non completamente controllabili? Assolutamente sì. Dato che l’Arte è espressione, e se questo processo è in parte -o anche completamente- AI-based, non si può escludere si tratti di un'opera artistica.
Sull'Arte non ci soffermiamo troppo, anche perché, definire oggi cosa sia o non sia Arte, è veramente impresa molto complicata. Tuttavia oggi ad AI Generativa manca ancora la manualità (Craft). Ovvero la capacità di produrre oggetti fisici che assemblino diversi materiali o utilizzino tecniche di crafting anche banali come tagliare la carta, incollarla ecc. Anche se si stanno facendo grandi progressi in questa direzione.
BOLON at Fuorisalone Milan 2025. Installation by JoAnn Tan & Luca Nichetto.
Infatti il design generativo per la creazione di oggetti fisici è una delle applicazioni più innovative dell'intelligenza artificiale. I vantaggi principali sono oggi legati all'Efficienza dei materiali, ovvero la riduzione del peso fino al 70% mantenendo prestazioni equivalenti. Strutture innovative con la creazione di forme e geometrie che designer umani difficilmente concepirebbero. Personalizzazione di massa che significa adattamento rapido dei design a requisiti specifici. Infine l'ottimizzazione per fabbricazione additiva con design specificamente pensati per le capacità della stampa 3D.
Ma c’è una cosa che probabilmente gli umanoidi o robot non potranno eseguire, almeno ancora per un po’. Ovvero la capacità di adattarsi e modificare continuamente le proprie craft skills in base alla situazione contingente. Una condizione che gli artigiani conoscono molto bene. Quella qualità che proviene dall’esperienza, dall’aver sbagliato molto, corretto, sbagliato nuovamente e alla fine compreso i ‘trucchi del mestiere’ che in certi casi possono essere anche unici ed esclusivi, anche per professionisti dello stesso settore.
Si sta probabilmente delineando uno scenario dove ogni oggetto prodotto industrialmente potrà essere pensato, progettato e ovviamente prodotto con ausilio di AI e con human supervised. Mentre gli umani si potrebbero specializzare nel crafting, perché sarà troppo costoso e inutile creare umanoidi o robot capaci di imparare sbagliando. Le macchine, supervisionate dalle persone, penseranno e produrranno oggetti in serie. La specie umana si specializzerà per pensare e produrre pezzi unici.
Potremmo quindi vedere uno scenario polarizzato: da un lato produzione industriale sempre più ottimizzata dall'AI, dall'altro una rinascita dell'artigianato umano premium, con una crescente distinzione di valore tra questi due ambiti.
Questa polarizzazione potrebbe creare nuove opportunità economiche e anche accentuare divari sociali.
Da un lato, ci sono potenziali opportunità:
Nuovi mercati di nicchia: Il valore percepito dell'artigianato umano potrebbe aumentare, creando ecosistemi economici floridi attorno a competenze manuali specializzate.
Democratizzazione della produzione: L'AI potrebbe rendere la produzione su piccola scala più accessibile, permettendo a piccoli imprenditori di competere con efficienza simile alle grandi aziende.
Ibridazione innovativa: Potrebbero emergere modelli interessanti dove l'AI supporta l'artigiano senza sostituirlo, amplificando le capacità umane.
Tuttavia, ci sono rischi di disuguaglianza:
Divario di competenze: Chi non riesce ad adattarsi al nuovo paradigma tecnologico o non possiede competenze artigianali distintive potrebbe essere marginalizzato.
Concentrazione economica: Se l'ottimizzazione AI richiede investimenti significativi, potremmo vedere un'ulteriore concentrazione di potere economico nelle mani di pochi attori.
Disuguaglianza di accesso: I prodotti artigianali potrebbero diventare beni di lusso accessibili solo a una minoranza, mentre la maggioranza si affida a prodotti standardizzati.
L'esito dipenderà in gran parte dalle politiche che adotteremo: se favoriremo l'accesso democratico alle tecnologie AI, la formazione continua e la valorizzazione di diverse forme di lavoro, potremmo realizzare un futuro dove questa polarizzazione diventa complementarità piuttosto che divisione.
Isaak at Fuorisalone Milan 2025. A vision by Ditroit.
Mentre il movimento Art & Crafts nasceva per opporsi all'industrializzazione e alla nascente rivoluzione tecnologica. Nell'industrial design, le nuove frontiere dell'AI ci pongono di fronte al tema della completa integrazione fra uomo e macchina.
L'etimologo di Artifact (ovvero il manufatto in italiano) è questo: "Artificial production, anything made or modified by human art". In futuro probabilmente dovremmo parlare di Ai-Artifact ovvero: "Artificial production, anything made or modified by Artificial Intelligence & Human Art".
Tematica molto interessante. Personalmente ho avuto modo di raccogliere opinioni contrastanti in merito da cui è emersa una tendenza significativa: nella maggior parte dei casi questa deriva tecnologica è vista negativamente per un motivo molto forte. Non c’è volontà da parte dell’artista/artigiano all’evoluzione.
Il cambiamento è stato spesso visto con paura perché sottende un processo (in alcuni casi faticoso) di adattamento e rinnovamento. Il che è comprensibile se si è fatta tanta fatica, in primis, per costruire il proprio modus operandi. Inoltre non è trascurabile il come agisca l’IA in termini di “concezione”, la quale a conti fatti se non avesse avuto in pasto dati presi dai vari soggetti umani ad essa precedenti non avrebbe potuto combinare un granché. Soprattutto su quest’ultimo punto prevale il senso di rabbia (come se si avesse subito un furto). Opinabile a mio avviso sotto diversi punti di vista.
Penso che gli scenari da voi preventivati siano piuttosto plausibili. Che si sviluppino in un modo o nell’altro starà molto all’apertura mentale personale degli attori in scena. Una cosa è certa però: lo show continuerà.
La direzione probabilmente sarà dettata dall’interesse e dal mercato, i quali ormai si sono fatti valanga in caduta libera nello scenario consumistico contemporaneo.